Messianic predictions as clues to dates.
Le predizioni messianiche come chiave per le date dei libri biblici.
La presenza delle cosiddette predizioni "messianiche" può' essere usata per datare le opere letterarie ebraiche.
I termini " Messia", "messianico" e "messianismo" sono infelici per due ragioni:
a) sono in disaccordo con l'uso che ne fa il Vecchio Testamento
b) essi suggeriscono alle menti di molti lettori dottrine Cristiane o Talmudiche, che sono estranee alle credenze degli Ebrei nel periodo del Vecchio Testamento, perciò' sono doppiamente fuorvianti.
La parola ebraica mashiah (meshiha in Aramaico) e' un participio e non un nome proprio. Perciò' dovrebbe essere tradotto " unto" e non traslitterato, perché' un buon traduttore traslittera i nomi propri, ma traduce i participi. Lo troviamo nelle frase " unto di Dio" che può' denotare genericamente ogni re ebreo o straniero e ogni sommo sacerdote ebreo. Non e' la designazione di una persona particolare nell'uso del Vecchio Testamento, si riferisce sempre a uomini che erano precedenti o contemporanei all'autore, mai a persone future. Comunque occasionalmente altre persone, come i Patriarchi ed anche il popolo d'Israele, collettivamente sono chiamati gli unti di Dio.
Vediamo ora come si sviluppo' gradualmente la concezione Talmudico - Cristiana del Re Messia.
Quando Nabucodonosor conquisto' Gerusalemme nel 586 a.C.. Gli Ebrei non si rassegnarono alle loro disgrazie. Essi continuarono a sperare e a pregare per una restaurazione dello stato Ebraico, una reintegrazione della dinastia Davidica, il ritorno dei deportati e la ricostruzione del Tempio. In questo non erano differenti dagli altri popoli oppressi. I Polacchi sotto gli Zar, i Francesi sotto i Nazisti ebbero fede nella futura indipendenza delle loro nazioni. Gli Egiziani sotto i Tolomei sognavano il giorno in cui sarebbero stati di nuovo retti da un re indigeno. Il poeta Italiano Alfieri durante l'occupazione napoleonica del suo paese profetizzo' il giorno in cui l'Italia sarebbe stata indipendente dai Francesi.
Dato che le disgrazie nazionali degli Ebrei erano considerate come punizione per i peccati nazionali - soprattutto l'idolatria - era naturale per loro sperare che nel futuro essi sarebbero stati innocenti da quei peccati e che sarebbero state risparmiate loro le punizioni.
Apparentemente gli antichi monarchi Persiani ( dal 538 a.C. in poi ) incoraggiarono le speranze ebraiche per una restaurazione della loro nazionalità' e della loro dinastia. Essi probabilmente erano spinti dal desiderio di pacificare le nazioni soggette che erano state oppresse dai Babilonesi.
La loro politica può' essere paragonata a quella a quella di Balfour e di Lloyd George nel sostenere le aspirazioni sioniste. I Persiani erano andati cosi' lontano da autorizzare la ricostruzione del Tempio ( 520 - 516 a, C,) e da nominare Zerobabele, un principe della dinastia Davidica, governatore di Giuda. A questo periodo appartengono le profezie di Haggai e di Zaccaria.
Ma in seguito la politica Persiana appare cambiata. Forse l'aspirazione Ebraica all'indipendenza, se troppo incoraggiata, fu considerata pericolosa per la sovranità' Persiana. Dopo la morte o deposizione di Zorobabele non fu nominato nessun altro governatore della famiglia Davidica.
I Persiani, comunque, Alessandro e i Tolomei suoi successori generalmente continuarono a trattare gli Ebrei con benevolenza e a rispettare la loro religione. Il Tempio continuo' a funzionare. Durante questo periodo gli Ebrei erano sudditi leali e soldati fidati di altri sovrani. Essi offrivano guarnigioni anche per lontani avanposti come quello di Elefantina.
Il Tempio era probabilmente sorvegliato strettamente dal governo che aiutava a organizzare le spese (Ezra vi. 4 -8 ). Durante la maggior parte di quel periodo e' inconcepibile che gli Ebrei pregassero apertamente per rovesciare il governo legittimo e la restaurazione della dinastia di David.
Al contrario essi offrivano regolarmente preghiere per la prosperità' dei loro sovrani stranieri (Ezra vi, 10). E' possibile, comunque, che alcuni nazionalisti possano aver continuato a sognare l'indipendenza. Una breve rivolta in realtà' ci fu durante le guerre dei Diadochi.
Durante il 166 av, C, la situazione cambia. Gli Ebrei, in aperta rivolta contro Antioco Epifane, non lo riconoscono più' come il loro re. Le speranze davidiche rivivono e vengono abbellite di meravigliosi dettagli ripresi dalle descrizioni greche dell'Eta' dell' Oro. A questo periodo appartengono alcune delle più famose profezie " Messianiche". Possiamo congetturare che alcuni degli insorti favorissero una repubblica, altri una teocrazia, altri una restaurazione della famiglia Davidica (supponendo che alcuni dei suoi discendenti fossero ancora esistenti). Altri possono aver desiderato di fare di Giuda il loro principe, ed altri potevano essere soddisfatti del governo dei Seleucidi, ammesso che rispettasse la loro religione. I Hassidim, i mistici Ebrei tra I quali circolavano le profezie, erano buoni soldati dell'armata maccabaica. Ma non sappiamo che cosa Giuda e Gionata stessi desiderassero. Forse aspettavano le circostanze politiche, la volonta' del popolo o un segno dal Cielo che suggerissero una soluzione. In ogni caso Gerusalemme continuo' ad essere soggetta ai Greci per qualche anno.
Nel 140 av.C., Simone ( che due anni prima aveva ottenuto la piena indipendenza ) si fece riconoscere " principe e sommo sacerdote per sempre, finché' sorgesse un fedele profeta".
Questo equivaleva a dire che, in assenza di un tale profeta, era illecito parlare di un cambiamento nel governo. Il provvedimento intendeva senza dubbio scoraggiare i repubblicani e i Davidisti.
Giovanni Ircano consolido' ulteriormente il suo governo dichiarando che era lui stesso un profeta. E Aristobulo fece il passo finale e si proclamo' re. Da allora chiunque suggerisse un cambiamento di dinastia era colpevole di alto tradimento. Possiamo esser sicuri che nessun salmo o preghiera per l'avvento di un re Davidico fu mai cantato nel Tempio sotto gli Asmonei ( o sotto gli Erodiani o i Romani ) per questa ragione. Nessun sovrano ha mai permesso ai suoi sudditi di pregare per la sua caduta, tanto meno gli Asmonei, che , essendo tanto re che sacerdoti, devono aver scelto la loro liturgia con cura speciale. Le speranze Davidiche, comunque, non morirono. Persistettero in mezzo all'opposizione anti-Asmonea, come e' provato dai cosiddetti Salmi di Salomone. Più' tardi, quando i Romani si presero il governo della Giudea (6 d. Cr.) possiamo congetturare che una maggioranza degli Ebrei nazionalisti, mancando di una dinastia indigena intorno alla quale riunirsi, adottarono gli ideali Messianici, cioè' guardarono a un futuro re della stirpe di David. Questi Messianisti diventarono sempre più' numerosi, esasperati dal cattivo governo Romano e incitati da vari demagoghi, profeti e santi uomini. Essi gradualmente arrivarono a includere una larga maggioranza del popolo, ( eccetto, naturalmente, gli impopolari Sadducei e pubblicani, che dovevano essere favorevoli ai Romani per interesse e necessita') finché' finalmente misero in atto le disastrose insurrezioni del 66 -70 e 132 -135 d.C. che portarono alla rovina lo stato Ebraico.
Durante l'ultimo secolo av. C. e il primo d. C. divento' consuetudine l'interpretazione allegorica dei Sacri Testi, trovando in essi ogni sorta di strane allusioni alle dottrine Stoiche, agli eventi contemporanei, o alle aspettative " Messianiche". Questo e' provato da scritti come i Commentarii di Filone Giudeo, i Commentarii su Abakuk , trovati recentemente tra i documenti del Mar Morto, e il Vangelo di Matteo. In alcuni casi queste interpretazioni allegoriche sono molto lontane dai significati originali dei testi perciò' sono indicazioni delle credenze degli interpreti e non di quelle degli autori.
Deve essere stato durante il periodo Erodiano e Romano che il futuro re Davidico comincio' ad essere chiamato " Malka Meshiha", "il re unto", probabilmente per accentuare la differenza con l'Imperatore Romano che non era unto. Questa espressione non poteva essere usata in questo senso durante il periodo Asmoneo, perché gli Asmonei erano realmente unti e chiunque allora menzionasse il Re Unto si sarebbe riferito solo al principe che regnava in quel momento dall'espressione "malka meshiha" e' derivato il termine " Messia".
In conclusione, le profezie che riguardano le cosiddette speranze " Messianiche" sono probabilmente da datarsi o dal 586 a circa il 510 o dopo il166 av, C. . Se comunque la profezia ha un carattere liturgico e appare che sia stata usata nel Tempio, dobbiamo restringere la possibilità' ai tempi di Zerobabele, cioè' al 166 --140 av. C..
Sono incapace di trovarmi d'accordo con quegli studiosi che commiserano l'autore del Testamento dei Dodici Patriarchi perché' egli riconosce Giovanni Ircano come Messia. Giovanni era stato unto secondo la legge e nessuno poteva contestare il suo diritto a essere considerato ' L'Unto di Dio".
Ma la concezione dell'"Unto", con la maiuscola e l'articolo definito, come se fosse un personaggio unico e soprannaturale, non era ancora stata concepita nel secondo secolo av. C.
Il lettore potrebbe porre un'altra domanda: Si avverarono mai le cosiddette profezie messianiche ?
La maggior parte di esse si avverarono, ma non simultaneamente. Lo Stato Ebraico fu restaurato due volte : nel 142 av. C. sotto Simone e nel 1948 sotto Weizmann. Il Tempio fu restaurato due volte, nel 520 e nel 164 av. C. . Un principe Davidico regno' su Israele nei giorni di Zerobabele. Gli Ebrei tornarono in Palestina dalla Diaspora in vari periodi, particolarmente nell'età' Persiana e sotto il Presidente Weizmann, ma il ritorno non fu mai completo. Quanto al giorno in cui il lupo giacerà' con l'agnello, non e' ancora giunto sfortunatamente. Io credo che gli storici Ebrei e Cristiani siano d'accordo su questo. Che possa giungere presto.
Marco Treves
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento