Il Figlio dell’Uomo
Marco Treves
Figlio d’uomo o Figlio d’un uomo ( in ebraico ben adam, in aramaico ben enash ) significa semplicemente “uomo”, per distinguere l’uomo dai figli degli animali ( Genesi XLIX, 11; Levitico XII.8; Salmo CXIV, 4 e CXLVII, 9; Ezechiele XLV, 18 ) e anche dagli angeli che sono detti “ figli di Dio” in Giobbe e altrove.
Nel salmo CXLVI,3 è detto: “ Non confidate nei principi, né in alcun figlio d’uomo, che non può salvare”. Cioè : Confidate nell’Eterno, cfr. Salmo CXVIII,8.
“ Uomo” e “figliuol d’uomo” sono sinonimi: che cosa è l’uomo che tu n’abbia memoria? E il figliuol dell’uomo che tu n’abbia cura? ( Salmo VIII, 5).
In Ezechiele Iddio apostrofa più volte il profeta chiamandolo “Figlio d’uomo”, e in Daniele una volta ( VIII, 17). La locuzione è scelta per accentuare il contrasto tra il mondo in alto e quello in basso. Gli evangelisti attribuirono un nuovo significato alla nostra locuzione per le false interpretazioni del libro di Daniele e di Enoch etiopico. Le dettero un senso messianico, ma ciò non significa che Gesù l’abbia usata in questo senso, né che abbia avuto questo senso in Daniele o in Enoch etiopico.
Daniele nel capitolo VII racconta una serie di sogni o visioni allegoriche: un leone alato, un orso, un leopardo alato con quattro teste, una bestia con dieci corna, un Anziano vestito di bianco ( Dio) servito da miriadi e miriadi ( di angeli) e un Figlio d’uomo. Uno degli angeli spiega a Daniele le sue visioni : le quattro bestie rappresentano le nazioni dei Babilonesi, dei Medi, dei Persiani, dei Greci. I Santi dell’Altissimo sono gli Ebrei e il Figlio di un uomo è lo Stato ebraico che vincerà la quarta nazione e gioirà di una durata eterna. Il libro di Daniele, com’è noto a tutti, fu scritto circa nel 164 a. C. L’autore non aveva idee molte esatte sulla storia passata, mette Ciro il Persiano dopo Dario il Medo. Ma la predizione dell’imminente Stato dei santi dell’Altissimo si avverò quando Giuda liberò la Giudea dal dominio greco. Sarebbe errore considerare il leone, l’orso, il leopardo e l’uomo come personaggi veri, come sarebbe errore considerare lo zio Sam come un presidente degli Stati Uniti, John Bull come un re d’Inghilterra, Marianna come una regina di Francia, sono tutti simboli fantastici. I sogni, anche se profetici, non sono da prendersi alla lettera. Le quattordici vacche di Genesi XLI di Genesi XLI non sono vere vacche, sono anni.
In conclusione, i sogni di Daniele non hanno nulla di messianico. Anzi non so se l’anonimo autore fosse monarchico o repubblicano. Nei versi 18 e 22 sono i santi, non un individuo, coloro che occuperanno il reame. Questa interpretazione di Daniele VII non è solo mia, è anche di dotti commenti cristiani come quelli di J. A. Bewer, di A: T: Andrews, Huhn e Salvatorelli.
Resta il problema: perché nel Nuovo Testamento Gesù è detto Figlio dell’Uomo? Si sono cercate varie spiegazioni, ma al parer mio la più probabile è questa: è evidente che gli autori del Nuovo Testamento non conoscevano il Vecchio. Solevano citare versetti staccati che i Cristiani ritenevano “ messianici”. Questi erano raccolti in libri che i dotti chiamano “Testimonia” . Così il versetto d’Isaia VII, 14 sul bambino Immanuel è citato come profezia di Gesù. Ma dal contesto si capisce che il bambino doveva nascere al tempo di Achaz ( 735- 720) e che, prima che avesse raggiunto l’età della ragione, il paese di Rezin e quello di Pekah sarebbero stati devastati dagli Assiri. Altri esempi si possono trovare riscontrando il Nuovo Testamento col Vecchio. Gli autori cristiani usarono Daniele VII. 13 senza curarsi del resto del capitolo. Osservo che i LXX traducono correttamente “figlio d’uomo”. Non so perché nel Nuovo Testamento si sia inserito l’articolo.
Nel Libro di Enoch ( etiopico), opera presso a poco contemporanea al libro di Daniele, si menziona ( cap. XLVI) un Figlio d’Uomo che sbalzerà i re e i potenti dai loro seggi e romperà i denti dei peccatori perché non lodano il Signore degli Spiriti. Si tratta di un panegirico ( un po’ retorico e forse interpolato) di Giuda Maccabeo il quale (si prevedeva) avrebbe sbaragliato i re pagani e gli apostati, e in parte vi riuscì. Ma le predizioni del Nuovo Testamento si sono basate su Daniele e non su Enoch.
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